Caso Scurati: cosa è successo?

Il monologo dello scrittore, previsto per il 25 aprile, in cui accusa il governo di non rinnegare il fascismo, viene annullato dalla dirigenza della Rai.

Gli avvenimenti del 24-25 Aprile

Il 25 aprile 2024 era prevista, nel programma Chesarà di Rai3, l’accoglienza dello scrittore Antonio Scurati, il quale avrebbe dovuto recitare un monologo riguardante la liberazione d’Italia dal fascismo. Improvvisamente però, purtroppo, la partecipazione dello scrittore al programma viene annullata senza spiegazioni la sera prima, il 24 Aprile. La sera seguente, dopo una giornata di polemiche e domande, la conduttrice del programma, Serena Bortone, decide di sfidare la direzione della Rai, leggendo lei stessa in diretta il monologo consegnatole da Scurati. Questa vicenda ha aperto in breve tempo una questione di carattere politico, attirando accuse di censura nei riguardi della Rai e di Giorgia Meloni che, nel monologo, viene definita, insieme al suo partito, “un gruppo dirigente post-fascista” che ha l’intenzione di riscrivere la storia e di disconoscere la Resistenza e l’antifascismo. 

La difesa della Rai

Il direttore generale della Rai, Paolo Corsini, ha smentito le accuse di censura, giustificando l’avvenimento con una decisione legata ad alcune divergenze riguardanti il compenso economico dello scrittore, difesa che Scurati stesso e Serena Bortone hanno smentito duramente. Ciò che rende ancora più debole la difesa della Rai è una comunicazione interna della stessa, pubblicata da Repubblica, in cui si parla chiaramente di “motivi editoriali” riferendosi alla cancellazione dell’intervento. Secondo Paolo Corsini, Scurati aveva rifiutato il compenso di 1.500 euro e aveva fatto la controfferta di 1.800 euro. Giorgia Meloni, che nel mentre si è espressa mediante social media, pubblicando il testo integrale del monologo su Facebook, sostiene che “la Rai si è semplicemente rifiutata di pagare 1.800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo”. Scurati e Bortone, però, negano questa versione, in quanto, a detta loro, l’accordo era stato trovato e il contratto concluso; versione confermata anche dalla comunicazione interna della Rai.

Il monologo e il commento di Scurati

L’intervento previsto per la sera del 25 Aprile è una versione sintetizzata di un articolo pubblicato il 19 Aprile sul Venerdì di Repubblica, qui sotto riportato.

Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia?

Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.

Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).

Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana.

Scurati fa riferimento anche ad un “ulteriore aggressione diffamatoria”, parlando della versione proposta dalla dirigenza della Rai, secondo cui il monologo era stato annullato per un problema economico. “Pur di riuscire a confondere le acque, e a nascondere la vera questione, sollevata dal mio testo, un capo di Governo, usando il suo straripante potere, non esita ad attaccare personalmente e duramente con dichiarazioni denigratorie un privato cittadino e scrittore suo connazionale tradotto e letto tutto il mondo”. Quella di cui parla Scurati, quindi, non è una violenza fisica, ma pur sempre una violenza.

                                                                                                 Valentina Messari 4S

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