In un’epoca in cui l’inclusività è ormai al centro di molte discussioni, esiste ancora una
malattia che continua a essere mal compresa, minimizzata e spesso non rispettata nei
suoi diritti fondamentali: la celiachia. Nonostante la sua diffusione molte persone
affette da questa malattia si trovano quotidianamente a fronteggiare una società che
non è preparata ad accoglierle, non solo dal punto di vista alimentare, ma anche su un
piano più ampio di equità sociale.

Una malattia invisibile, ma con impatti concreti
La celiachia è una malattia autoimmune che impedisce l’assimilazione di alcuni
nutrienti a causa di un’infiammazione cronica dell’intestino tenue scatenata dal glutine.
I sintomi variano, ma possono includere malesseri gastrointestinali, stanchezza,
perdita di peso, difficoltà nella memorizzazione, ma anche danni gravi a lungo termine
se non trattata. L’unica cura conosciuta è una dieta rigorosamente priva di glutine e
priva di contaminazione, che diventa un impegno per tutta la vita.
Nonostante ciò, la società tende spesso a ridurre la celiachia a una scelta alimentare
senza comprenderne la gravità, in molti credono sia una moda, un capriccio o una
dieta fatta per dimagrire (gli alimenti senza glutine fanno in realtà ingrassare, perché
maggiormente carici di zuccheri e grassi). Le ingiustizie sociali legate a questa
malattia sono moltissime e vanno ad emarginare, discriminare e spesso mettono a
disagio le persone che ne sono affette.

Le ingiustizie sociali: una realtà quotidiana
Le persone celiache si trovano quotidianamente a dover affrontare una serie di
difficoltà che vanno oltre il semplice “non mangiare glutine”. La mancanza di inclusività
alimentare in molti contesti sociali è all’ordine del giorno.
La celiachia è una malattia che impone restrizioni quotidiane, ma queste restrizioni
non dovrebbero trasformarsi in barriere sociali.
Spesso non si riescono a trovare opzioni adeguate nei ristoranti, nelle mense
scolastiche o in altre situazioni sociali. Le etichette degli alimenti non sono sempre
chiare e trasparenti, rendendo difficile l’acquisto di prodotti senza glutine, mentre le
normative sulla sicurezza alimentare non sono ancora sufficientemente restrittive in
molti luoghi. Cercare qualcosa che si possa mangiare senza pericolo diventa una vera
e propria ansia e un disagio dal momento che si esce di casa.
Tutto ciò alimenta un clima di esclusione che si riflette anche in un altro aspetto
fondamentale: il diritto alla salute. La celiachia, se non seguita correttamente, può
causare danni irreversibili alla salute, ma troppe volte le persone celiache non
ricevono l’assistenza che meritano. Spesso la diagnosi è ritardata a causa della
scarsa informazione medica, mentre a livello istituzionale non sempre vengono
promosse politiche che garantiscano un supporto continuo per chi vive con questa
malattia.
Aurora Capozzo 5V