Il 7 aprile 2025 la Colossal Biosciences, un’azienda privata di biotecnologia e ingegneria genetica fondata nel 2021 dall’imprenditore Ben Lamm e dal rinomato genetista di Harvard George Church, ha annunciato pubblicamente di aver de-estinto il metalupo: la specie di canide estinta da circa 12000 anni che ha ispirato i lupi del “Trono di Spade”, con la nascita di 3 cuccioli geneticamente modificati, nati però a ottobre 2024 (i primi due) e a gennaio 2025 (il terzo).
La notizia ha fatto subito il giro del mondo e tantissime testate giornalistiche, come il Time Magazine, l’hanno riportata come un avvenimento storico per l’umanità. La stessa Colossal ha annunciato di voler eseguire lo stesso procedimento per riportare in vita altri animali estinti come il dodo e soprattutto il mammut, di cui sono già iniziate le sperimentazioni con dei topi geneticamente modificati per avere i tratti fenotipici del gigante lanoso. Tuttavia, sebbene la Colossal abbia fatto un lavoro mai fatto prima, usando tecniche rivoluzionarie per l’ingegneria genetica, molti scienziati e ricercatori sono scettici a riguardo: si può veramente parlare di de-estinzione?
Metalupo: il fantasma del Pleistocene Per comprendere meglio le dinamiche della faccenda bisogna innanzitutto capire chi era il lupo terribile.
L’Aenocyon dirus, meglio conosciuto come enocione, metalupo o direwolf (“lupo terribile” dall’inglese) fu una specie di canide descritta per la prima volta nel 1858 da Joseph Leidy, dopo i vari ritrovamenti degli anni precedenti in Nord America e in Asia.
Si tratta di un carnivoro che per oltre 200 000 anni ha dominato il continente americano, dal Nord America fino in Cile e anche in alcune zone dell’Asia, durante il Pleistocene. Il suo aspetto esteriore era molto simile a quello di un lupo moderno, con la differenza che l’enocione era di dimensioni più grandi e aveva delle zampe più corte, suggerendo probabilmente di essere specializzato più sulla potenza che sulla velocità. Infatti si ritiene che il metalupo cacciasse animali molto grandi, come bradipi terrestri,
bisonti, cammelli e addirittura mammut. Inoltre fu proprio la scomparsa delle sue grandi prede alla fine del Pleistocene a determinare l’estinzione del lupo terribile.
Questa specie di lupo antico è diventata famosa per aver ispirato i metalupi del Trono di Spade ed è stata oggetto delle ricerche della Colossal per riportarla in vita.
De-estinzione: sogno o realtà concreta? De-estinguere una specie vuol dire ricrearla in laboratorio partendo dal suo dna. Per anni questa parola ha stimolato la fantasia dell’uomo, ma ci si è presto resi conto che “fare Jurassic Park” non è poi così semplice, per via dell’estrema difficoltà del processo e della facilità con cui il dna tende a deteriorarsi nel corso del tempo, rendendo incompleti quelli delle specie estinte da tempo arrivati fino a noi.
Attualmente, il metodo più realistico per de-estinguiere una specie è modificare i geni di un’altra appartenente alla sua famiglia e molto vicina ad essa geneticamente per risalire all’animale estinto. Proprio sulla base di questo procedimento si sono svolte le ricerche del team della Colossal per riportare indietro il lupo terribile.
La ricetta del metalupo Per riportare in vita il metalupo, gli scienziati della Colossal avrebbero estratto il dna dell’enocione da un dente e un osso di orecchio dell’animale risalenti rispettivamente a 13 000 e 72 000 anni fa, e dopo averlo confrontato con il dna del lupo grigio, uno dei parenti più prossimi del lupo terribile, avrebbero introdotto 20 modifiche al genoma del lupo grigio, di cui solo 15 provengono dal genoma dell’animale estinto (per un gene si possono fare più modifiche). I mutamenti effettuati riguarderebbero soprattutto il fenotipo dell’animale, ossia il suo aspetto esterno (colore del mantello, forma della testa, muscolatura). In seguito avrebbero usato le cellule staminali modificate per creare embrioni, impiantati poi in delle madri surrogate di cane domestico (in quanto più adatte alla gestazione in laboratorio rispetto ai lupi grigi). Dei 49 embrioni impiantati, solo 3 sono riusciti a completare il processo di riproduzione, dando vita ai primi due esemplari maschi geneticamente modificati, chiamati poi Romolo e Remo. In seguito, a gennaio 2025, è nato il terzo cucciolo: una femmina, chiamata poi Khaleesi, come la protagonista e narratrice del Trono di Spade.
Più lupo grigio che enocione: tutte le incoerenze sul progetto Contrariamente a quanto afferma la Colossal, non si può parlare di una de-estinzione a tutti gli effetti: i 3 canidi nati presentano dei tratti estetici attribuiti all’enocione, tuttavia non ne presentano il genotipo completo. Si tratta perciò di esemplari di lupi grigi che hanno alcune caratteristiche estetiche somiglianti a quelle del metalupo.
Oltre a questo subentra il fatto che l’azienda ad oggi non ha pubblicato alcun documento scientifico ufficiale a riguardo, pertanto le modifiche genetiche specifiche, i confronti genetici dettagliati, i dati fisiologici, le analisi comportamentali e soprattutto le sequenze genomiche genomiche complete degli animali creati non sono ancora pubbliche per essere soggette alla verifica degli esperti: tutte le informazioni riportate in questo articolo provengono infatti da fonti che si basano sulle dichiarazioni fatte dalla Colossal sul suo sito ufficiale e sui canali social, e dai comproprietari dell’azienda nelle interviste a cui hanno partecipato. Si tratta comunque di notizie attendibili, ma che potrebbero essere state gonfiate dalla stessa azienda per questioni di marketing (come ad esempio l’elevato numero delle modifiche apportate al genoma dei lupi).
A complicare ulteriormente la faccenda c’è la scelta del lupo grigio come modello di partenza, in quanto le origini evolutive non sono ancora del tutto complete: nonostante una somiglianza anche scheletrica con gli attuali lupi grigi, uno studio pubblicato su Nature del 2021 di Angela R. Perri dal titolo ha rivelato che queste due specie si sono divise dalla loro catena evolutiva comune ben 5.7 milioni di anni fa (la divisione dell’uomo dallo scimpanzè risale a 6 milioni di anni fa!). Per i ricercatori la somiglianza tra metalupi e lupi grigi è un esempio di evoluzione convergente, ossia un fenomeno in cui specie diverse sviluppano separatamente adattamenti simili perché conducono uno stile di vita simile. Inoltre non sappiamo con certezza come si presentava l’aspetto fenotipico dettagliato dell’enocione, lo abbiamo dedotto dalle ipotesi fatte studiando il suo scheletro e il suo habitat, ma non lo conosciamo con certezza: ad esempio, i 3 cuccioli presentano il manto bianco, inserito per farli assomigliare ai metalupi del Trono di Spade, ma non si sa se questo animale lo presentasse veramente, nonostante i ritrovamenti fatti in zone fredde.
Tecnologia e speranza: il vero successo dietro l’esperimento Al di là dell’eccessivo marketing che indubbiamente è stato fatto per gonfiare e dunque vendere la notizia, questa storia ha anche dei risvolti positivi: con queste sperimentazioni, la Colossal ha fatto dei passi avanti nel campo della clonazione, riuscendo a generare con successo dei lupi. Parallelamente al progetto del metalupo, infatti, è stato eseguito con successo un lavoro di conservazione del lupo rosso, specie dell’America meridionale a forte rischio d’estinzione, dove diversi di questi esemplari sono stati clonati sempre a partire da embrioni generati dal sangue e impiantati in madri surrogate e inseriti nel loro habitat naturale con successo.
La ricerca biotecnica e lo sviluppo di queste tecnologie porterebbe enormi benefici nella ricerca biotecnologica: anche se non abbiamo riportato indietro una specie scomparsa, abbiamo forse aperto una porta sul futuro della conservazione di specie che sempre di più sembrano destinate a sparire per sempre. La domanda ora non è solo se possiamo farlo, ma se dobbiamo davvero farlo.
Simone Castiglia 3F