Donald Trump, 47° presidente degli Stati Uniti dal 2025, sta compiendo la “deportazione più grande della storia statunitense”. Da quando è entrato alla Casa Bianca, si è posto degli obiettivi molto chiari.
Come previsto, l’amministrazione ha iniziato a militarizzare ulteriormente il confine tra gli Stati Uniti e il Messico e ad attaccare i richiedenti asilo e i rifugiati mentre effettua incursioni e deportazioni in comunità senza documenti, arresta e deporta gli immigrati e diffonde la paura.
C’è anche una repressione contro chiunque sia visto come avversario dell’agenda ideologica di Donald Trump. Questo straordinario assalto è avvenuto nel contesto di attacchi più ampi contro l’istruzione superiore, i tribunali e la costituzione: Trump ha addirittura deciso di tagliare i fondi di ricerca (inclusi sulle cure del cancro) dell’università più prestigiosa degli Stati Uniti, Harvard, il quale ha risposto denunciando l’amministrazione.
Fra le vittime della nuova amministrazione americana, vi è Kilmar Armando Abrego Garcia, ventinovenne salvadoregno, legalmente immigrato precedentemente negli Stati Uniti. La Corte Suprema ha dichiarato essere un errore, ma l’amministrazione non ha dimostrato alcuna intenzione di riportarlo negli USA.
Lui, insieme a migliaia di altre persone, sono state portata a CECOT, la prigione del Salvador costruita dal presidente Bukele nel 2023 per combattere la criminalità e il terrorismo. Si tratta di una prigione conosciuta a livello mondiale per le condizioni disumane, l’assenza di rispetto per i diritti umani, le torture, i presunti assassini e l’impossibilità di uscire.
I deportati sono portati nella prigione con la forza, gli viene rasata la testa, e vengono sottoposti a torture e presumibilmente uccise (dato il superamento della massima capacità di persone).
Il peggio non si ferma qui, Trump ha rivelato l’intenzione di riaprire Alcatraz, dimostrando la sua vera indole da aspirante dittatore.
Millie Louisa Fantauzzi, 5J
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