Percorso sull’affettività: violenza di genere e consenso

Nella giornata di mercoledì 6 dicembre 2023, presso i locali del Liceo Statale “A. Meucci”, si è svolto il primo incontro del corso sulla violenza di genere, tenuto dalla professoressa Virginia Sparano e dal professore Salvatore Surbera alla presenza di alcuni studenti del Liceo.

I ragazzi sono stati inizialmente divisi in due gruppi ad ognuno dei quali è stata affidata una bambola: il primo gruppo, detto di controllo, era stato incaricato di trattarla bene, mentre nell’altro, di azione, la bambola doveva essere maltrattata. L’esperimento aveva lo scopo di dimostrare come un bambolotto sia un oggetto e in quanto tale potesse essere malmenato e distrutto, cosa ben distinta dalle persone e, in particolare, le donne sulle quali nessuna forma di violenza è ammissibile.

In seguito i gruppi sono stati riuniti e si è aperto un dialogo volto ad educare gli studenti al sentimento e in particolar modo alle tematiche di violenza di genere. Sono stati esplicati diversi punti fondamentali per la comprensione della tematica,: dalla definizione di violenza in generale, – classificata come “ogni azione compiuta da un determinato soggetto detto carnefice volta a convincere un altro soggetto, che è chiamato vittima, ad agire contro la propria volontà”, – a quali e quanti tipi di violenza vi sono, affinché gli alunni potessero prenderne piena consapevolezza.

Mediante esempi di fatti di cronaca quotidiana e la visione di video, gli allievi insieme ai / e i professori, si sono confrontati sui temi della violenza di genere e delle molestie. Il professor Surbera ha fornito inoltre agli alunni dei documenti con esplicitati i tipi di molestie sessuali, di tipo fisico, di tipo verbale, tipo non verbale e infine di tipo digitale

È stato però specificato che la molestia avviene solo in caso di mancato consenso e condivisione da ambo le parti perché questi elementi risultano fondamentali in ogni rapporto e in ogni sua fase, anche nelle relazioni durature.

Prevenire la violenza non è semplice ma è possibile: spesso infatti ci vengono dati dei segnali o dei consigli che scegliamo di ignorare, pensando di fare la cosa migliore. L’indifferenza verso il prossimo di cui ci si arma per difendere una relazione tossica spesso è ciò che porta a chiudersi in quello stesso rapporto violento.

La violenza può essere evitata grazie alla prevenzione e facendo la cosa giusta anche se difficile. Spesso la difficoltà nella prevenzione sta proprio nel fatto che sono le stesse ragazze a mancare di solidarietà femminile e quindi si pensa che un consiglio di un’amica possa essere frutto di un’invidia marcia piuttosto che un affetto vero.

Ciò detto, è importante sottolineare come la vittima non sia responsabile di ciò che le accade perché, al di là della prevenzione, tra donna e uomo alla base ci deve essere rispetto reciproco.

Le Caporedattrici Sonia Cipriano 5R Valeria Pioggia 4S

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