
Neanche due mesi fa si è conclusa la 75esima edizione del festival della canzone italiana, la kermesse più seguita da adulti e ragazzi, che grazie alle direzioni artistiche dell’ultimo decennio, hanno ripreso a seguire il festival con crescente interesse e passione.
Carlo Conti

Quando si parla dell’ultimo festival non si può fare a meno di menzionare il cambio di rotta nella conduzione e nella direzione artistica, che ha sollevato alla vigilia non poche perplessità.
Carlo Conti, che aveva già ricoperto questo ruolo dal 2015 al 2018, è stato la prima sorpresa di questa straordinaria edizione.
Come conduttore è stato chiamato a raccogliere la pesante eredità di Amadeus, il cui successo è testimoniato dalle altisonanti statistiche sugli ascolti e sulle interazioni social.
Il conduttore toscano però non solo è riuscito ad eguagliare, e in parte migliorare, i risultati raggiunti dal predecessore ma ha alzato l’asticella ed è riuscito ad assecondare il pubblico in quella che è sempre stata la critica più aspra mossa nei confronti del programma, la scaletta.
Egli infatti l’ha rivoluzionata, sostituendo i monologhi con piccoli interventi diretti ma più brevi e spesso caratterizzati dal tema chiave del programma, la musica.
Nonostante ciò questa rivoluzione, come spesso accade nei cambiamenti, ha diviso e non poco il pubblico: c’è chi ha apprezzato molto la possibilità di poter ascoltare più canzoni senza dover ricorrere alle ore piccole e chi non ha gradito l’imprinting sbrigativo sul palco, che non sempre ha lasciato il giusto spazio agli ospiti e ha trasmesso una continua sensazione di fretta.
Come direttore artistico invece possiamo ritenere il suo operato impeccabile, non suscitando lamentele.
La reintroduzione delle nuove proposte e il cambio nella scelta delle canzoni

In primis la reintroduzione della categoria nuove proposte, che ha regalato a Settembre e alla sua “Vertebre” il meritato successo e la visibilità che l’inglobamento dei giovani artisti nei “big” aveva nascosto.
Inoltre a differenza della precedente edizione, definita “commerciale” per la presenza di numerose canzoni da radio e la mancanza di musica d’autore, quest’anno abbiamo ascoltato poche canzoni su quello stile ma più orecchiabili.
Protagonista è stata la musica del cantautorato, con testi che hanno regalato momenti di emozione, commozione, riflessione ma anche ballad urlate a squarciagola, proposte da cantautori che si sono rivelati magnifiche scoperte o intramontabili certezze.
E’ ora tempo di parlare dei cantanti protagonisti di questo festival.
Tra le magnifiche sorprese troviamo sicuramente i volti del podio: Olly, Lucio Corsi e Brunori Sas.
Olly

Olly, cantautore e rapper genovese del 2001, aveva già partecipato nel 2023 con “Polvere”, quando era ancora acerbo per impensierire le posizioni di vertice.
Quest’anno invece era tra i favoriti già alla vigilia, ma eravamo in pochi a scommettere sul suo ingresso nell’albo d’oro e a molti spettatori della generazione x era un volto ignoto fino all’inizio della competizione.
Con la sua “Balorda Nostalgia” ha raccontato di un amore ormai finito, maneggiando con cura uno dei nostri sentimenti più complessi, inserendolo anche nel titolo.
Il suo ritornello, seppur giustificato dal voler trasmettere la profonda rabbia raccontata nel testo, ha diviso il pubblico ed è stato ritenuto da molti sin troppo “urlato”.
Probabilmente possiamo considerarlo l’unico tallone d’Achille di un pezzo con il quale Olly è riuscito a far convergere tutte le generazioni (impresa ardua), tanto da conquistare le giurie e trionfare all’ariston, con la sua sensibilità e bravura, apprezzata da tutti e non in discussione.
Come sappiamo il vincitore di Sanremo è chiamato a rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest, che quest’anno si terrà a Basilea tra il 13 e il 17 maggio.
Olly però ha deciso di rinunciare a questa possibilità per via di impegni già prefissati in quel periodo, in quanto ha dichiarato che vincere Sanremo non era nei suoi piani, insomma un vero e proprio sogno diventato realtà.
Lucio Corsi

A rappresentare invece l’Italia all’Eurovision ci sarà Lucio Corsi, secondo classificato all’ariston.
Per il cantautore toscano alla vigilia non era minimamente preventivabile il suo (meritatissimo) successo e, nonostante l’ottimo giudizio dei giornalisti che avevano pre-ascoltato i brani, molti nella classifica al buio gli hanno riservato gli ultimi posti della graduatoria, bookmakers compresi.
“Volevo essere un duro” ha emozionato e fatto riflettere grandi e piccoli sul nostro continuo bisogno di mostrarci perfetti con un invito ad accettarci per quello che siamo, ciò che ci rende unici e speciali.
Lucio si è presentato quasi come un personaggio di un fumetto, con il painting in faccia e accompagnato dal piano con il quale ha fatto venire la pelle d’oca e convinto tutto il pubblico a casa.
Il suo personaggio deve essere da esempio perché non ha avuto paura di presentarsi da semi sconosciuto davanti a tutta Italia mostrando semplicemente sé stesso.
Inoltre, per restare coerenti con il suo festival, nella serata cover ha duettato con Topo Gigio, interpretando il capolavoro di modugno “Nel blu dipinto di blu”, guadagnandosi un secondo posto anche in quell’occasione.
Tutto ciò grazie a Carlo Conti che ci ha permesso di conoscerlo e apprezzarlo.
Brunori Sas

Sul gradino più basso del podio troviamo Brunori Sas, cantautore romano, a molti sconosciuto (specialmente per la generazione z) e rivelatosi una grandissima sorpresa.
“L’albero delle noci” racconta dell’inesorabile trascorrere del tempo e di come un padre possa vivere il cambiamento nel percorso di crescita di una figlia, con la sua chitarra ha ricordato a molti Fabio Concato.
Anche per lui alla vigilia queste posizioni erano impronosticabili e se non contassero i voti nella fase finale dell’ultima serata, ma la semplice somma delle serate della prima fase, lo avremmo visto con il leone d’oro tra le braccia.
Fedez e Simone Cristicchi

A completare l’inedito podio (da qualche edizione allargato ai primi 5) troviamo 2 tra le fantastiche conferme: Fedez e Simone Cristicchi.
Fedez con Battito ha raccontato la sua depressione convincendo dopo le polemiche per la sua separazione, tornando al centro della scena con ciò che sa fare meglio.
Il suo quarto posto se l’è guadagnato trattando un tema molto delicato e insolito, paragonando la protagonista ad una donna e esortandola a lasciarlo in pace.
Il quinto posto è stato riservato ad una delle grandi conferme di questo festival, Simone Cristicchi.
Il cantautore di Lanuvio, campione nel 2007 con “Ti regalerò una rosa”, ha fatto letteralmente piangere l’ariston e il pubblico a casa e si è meritato il podio a suon di standing ovation.
“Quando sarai piccola” ha toccato chiunque di noi abbia un anziano caro o sia sensibile a questi temi.
Il testo ha preso spunto dalla sua biografia, con la madre – ha dichiarato – che soffre di Alzheimer, e racconta di tutti i momenti che un figlio teme possa dimenticare e il dolore provato a vedere tutta quella sofferenza in un genitore.
Giorgia e Achille Lauro: è polemica sulla loro esclusione dalla top 5

Al 6° e al 7° posto troviamo Giorgia e Achille Lauro, inspiegabilmente fuori dal podio.
I due protagonisti dell’ultimo X Factor, tra conduzione e giuria, hanno mostrato tutta la loro maturità e il loro talento con “La cura per me” e “Incoscienti Giovani”.
La vincitrice del 1995 grazie a “Come Saprei” è tornata regina – vincendo anche la serata cover con Skyfall accompagnata da Annalisa – dopo l’ultima opaca apparizione all’ariston del 2023.
Lauro, invece, ha dato continuità sulla scia di “Amore Disperato” che nello scorso settembre ha fatto apprezzare di lui un’altra sfaccettatura, sensibile e amorosa, rispetto alla passata immagine di artista provocatorio e ribelle.
La sua maturazione in questo è testimoniata dai signorili abiti di altri tempi, che l’hanno contraddistinto sin dalla prima serata.
Due ballad d’amore intense, apprezzate all’unisono da pubblico e giurie, tanto che la sala stampa nelle sue votazioni ha sempre classificato Giorgia in testa.
Ne sono stati una riprova i fischi dell’Ariston e l’incredulità dei co-conduttori Alessia Marcuzzi e Alessandro Cattelan al momento dell’inaspettata scoperta dell’esclusione dai primi 5 piazzamenti.
Nonostante ciò l’esperienza dei due laziali si è palesata subito dopo il festival, con entrambi consapevoli che il loro successo esulasse da quel posizionamento e soddisfatti della vicinanza dei loro fan, che probabilmente l’hanno presa peggio di loro.
Dunque come in ogni festival che si rispetti non sono mancate le polemiche per la classifica finale dei 30 in gara, ma non sono le uniche.
Carlo ha deciso anche di modificare leggermente il regolamento, eliminando l’azzeramento dei voti nella fase finale e facendoli rientrare nel conteggio.
Inoltre la possibilità di voto della sala stampa è stata ridotta da 1-10 a 1-5.
Tutto ciò ha permesso al televoto di avere più voce in capitolo, provocando:
- L’ira dei giornalisti della giuria che hanno tentato varie volte in conferenza stampa di sollevare la questione
- L’esclusione di Giorgia e Achille Lauro dalla top 5, penalizzati dai voti della seconda serata.
Quindi questa volta per le polemiche non sono responsabili i giornalisti della sala stampa, bersagliata in diverse edizioni per i suoi discutibili voti che hanno stravolto la classifica, ma un cambio di regolamento e una parte del televoto che si è discostata dai giudizi di chi voleva Giorgia e Lauro nella corsa finale alla vittoria.
Detto ciò è stata una fantastica e indimenticabile edizione del festival di Sanremo, che ha portato alla luce diverse bellissime sorprese, tra le quali la riscoperta come conduttore e direttore artistico di Carlo Conti.
Ora a maggio tutti sintonizzati con l’Eurovision di Basilea per tifare Lucio Corsi che rappresenterà l’Italia in Europa.
Federico Lenci 3A