Sempre connessi, mai davvero presenti

Quando ci distraiamo per non sentire

Capita anche a te? Finire una giornata lunga, aprire il telefono quasi senza pensarci, e iniziare a scorrere. Un video, poi un altro. Magari una serie in sottofondo mentre ceni. Poi qualcosa da ascoltare mentre sistemi la cucina. E senza accorgertene sono passate due, tre ore.

Non è per cattiva volontà. È che siamo stanchi, svuotati, un po’ sopraffatti. E abbiamo bisogno di staccare. Solo che oggi, per “staccare”, abbiamo mille modi diversi… e uno più facile dell’altro. Basta premere play, aprire un’app, scegliere un contenuto qualsiasi. La verità è che non ci fermiamo mai davvero. Ci distraiamo.

Un modo per non sentire

Negli ultimi anni, l’intrattenimento è diventato molto più di un passatempo. È diventato una zona sicura, un posto in cui rifugiarsi quando la testa è troppo piena o quando il silenzio fa troppa paura. Non è sbagliato, lo facciamo tutti, ma ogni tanto bisognerebbe chiederci: lo sto scegliendo… o lo sto solo usando per non sentire? La mente si abitua subito a quel sollievo: zero impegno, tutto pronto, storie su misura per te. È un anestetico dolce, che non dà effetti collaterali immediati, ma a lungo andare ti spegne un po’ dentro. Ti allontana dalla noia creativa, da quella fame buona che ti spinge a fare, a cercare, a chiederti: “Come sto davvero?”.

Non è colpa nostra

Viviamo in un mondo dove il rumore è ovunque. Dove fermarsi fa quasi paura. Dove anche il riposo deve essere “produttivo”. E allora ci riempiamo. Di contenuti, di immagini, di suoni. Perché il vuoto è diventato un nemico. Ma forse dovremmo imparare a farci pace, con quel vuoto. A non avere paura del silenzio. A riscoprire cosa ci piace davvero, senza lasciarci guidare solo da un algoritmo.

Non serve spegnere tutto

Non serve cancellare Netflix, né buttare il telefono, ma possiamo provare, ogni tanto, a guardare un film perché ci incuriosisce sul serio, a mettere una playlist che ci calma davvero, a  scrollare un po’ meno.Non per fare i “bravi”, ma per tornare a scegliere, per ricordarci che l’intrattenimento può essere bellezza, condivisione, emozione, non solo una bolla in cui rifugiarsi, ma anche una finestra da cui guardare fuori.

Perché la vita vera non sempre è comoda, non è fatta per essere mandata avanti in autoplay.
È imperfetta, a volte noiosa, spesso faticosa… ma è lì che succedono le cose importanti. Quelle che lasciano un segno. E allora sì: continuiamo a guardare, ascoltare, perderci nelle storie, ma senza smettere di scrivere la nostra. Con gli occhi aperti, con il cuore sveglio e  con il coraggio, ogni tanto, di restare anche nel silenzio.

Noemi Catenacci 3A

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