Il 28 marzo 2025, alle 7:20 (ora italiana), il Myanmar è stato colpito da un violento terremoto di magnitudo 7.7 con epicentro situato a circa 30 km a ovest di Mandalay, la seconda città più popolosa del paese. Attualmente, si stima che abbia causato oltre 3000 morti, 4000 feriti e 200 dispersi in tutta la nazione.
Secondo i dati, il sisma è stato più potente del terremoto di Amatrice e dell’Aquila rispettivamente di 354 e 15 volte.
Un territorio a rischio terremoto
La causa del terremoto deve essere ricercata nel contesto geologico del Myanmar: il paese è ad alto rischio sismico in quanto si trova in una zona dove agiscono 4 placche tettoniche: la Placca Euro-Asiatica, la Placca Indiana, la Placca della Sonda e Microplacca di Burma, i cui movimenti possono generare terremoti lungo le faglie (fratture nella crosta terrestre lungo le quali le rocce sui due lati della frattura si muovono l’una rispetto all’altra) che attraversano il paese. E infatti il sisma sembrerebbe essere avvenuto lungo una porzione di 200 km della Faglia di Sagaing, che attraversa la nazione da nord a sud per oltre 1000 km.
Le cause distruttive
Sebbene l’episodio del 28 marzo non sia stato un caso isolato nella storia del paese, il terremoto è stato uno dei più distruttivi della storia della nazione, per via della superficialità dell’ipocentro (il punto all’interno della Terra dove si verifica la rottura iniziale della faglia che da origine al terremoto) di appena 10-20 km di profondità e nella durata della scossa, di ben 90 secondi circa. Ciò ha portato diversi palazzi vecchi o mal costruiti a crollare e alcune aree alluvionali a sprofondare, causando distruzione nelle città e lasciando molte persone sotto le macerie. I video e le immagini della catastrofe sono già virali online e mostrano case, edifici storici, ospedali e scuole rasi al suolo e una situazione di panico generale da parte della popolazione.
Gli effetti sulle nazioni confinanti
Il sisma è stato così potente da aver manifestato i suoi effetti anche a Bangkok, in Thailandia, a circa 1000 km di distanza da Mandalay, dove il terreno morbido e alluvionale e l’assenza di barriere montuose abbastanza alte favoriscono l’amplificazione delle onde sismiche. Proprio qui sono crollati diversi edifici, tra cui un grattacielo in costruzione di 30 piani che ha causato la morte di 3 operai e circa 81 feriti, il cui video del crollo ha fatto il giro del web. Altre riprese degli effetti del terremoto a Bangkok mostrano diversi grattacieli che oscillano di fronte alla scossa, facendo cadere delle vere e proprie cascate d’acqua provenienti dalle piscine degli ultimi piani.
Una situazione politica disastrosa
Il terremoto avvenuto in Myanmar ha piegato un paese già dilaniato da un regime militare che nel 2021 ha rovesciato l’allora governo democraticamente eletto, dando vita ad una guerra civile con i gruppi di resistenza e milizie pro-democrazia che continua ancora oggi e che ha causato in quasi 5 anni circa 10000 morti e 3 milioni di sfollati.
Nonostante il governo abbia dichiarato lo stato d’emergenza, sembrerebbe che in alcune zone i conflitti armati tra le fazioni opposte siano ancora in corso e che lo stesso regime abbia bloccato gli aiuti umanitari provenienti da India, Cina, Russia, Thailandia, Vietnam, UE e Stati Uniti nelle zone del paese sotto la dominazione dei gruppi ribelli. Inoltre le autorità avrebbero limitato l’accesso a social media e siti d’informazione per evitare la diffusione di notizie che minassero l’immagine del regime. E avrebbe dipinto una risposta efficace e organizzata alla crisi, enfatizzando i suoi sforzi di soccorso per fare propaganda. Tuttavia, secondo le fonti locali, gli aiuti delle autorità sono stati criticati per via della loro inefficienza e lentezza dalla popolazione locale, che si è trovata costretta ad organizzarsi in gruppi locali di cittadini per aiutare le persone intrappolate sotto le macerie.
Simone Castiglia 3F